lunedì 15 ottobre 2007

Scrittura

immagine presa da John Picacio

Un pensiero ad alta quota, turbolento.
Per scrivere bisogna fare esperienza. Per fare esperienza bisogna lacerare la nostra persona.
Un taglio o più tagli, dritti sul cuore o trasversali, sulle parti del corpo, dipende dal tipo di scrittura per cui si è portati. L'importante è aprire, logorare e richiudere. Le cuciture delle cicatrici saranno le parole sul foglio.


Niente trucchi, tranne qualche ritocco di colore. Quando scrivo voglio il fiato dell' adrenalina sul collo. Voglio le voragini dell'immenso. Se non ci sono me le vado a cercare. Apro le cose, le faccio mie, le impoltiglio, le mangio e le rivomito.
Diffidate da chi non compie queste gesta. Diffidate da me, qualora non dovessi adempire a questo compito così vitale.


In questi momenti si può capire la storia, gli scrittori, le loro aperture. Kafka, per esempio, quando dice che le lettere si incidono nella carne e fanno male, ti cambiano, ti stravolgono. Sono convinto che più della metà dei giornalisti non perde un tassello della propria persona, quando scrive.

Io voglio perderlo. Sto chiedendo aiuto all' ambiente in questo momento. Spero che gli alberi mi divorino e sputino la mia carcassa lontano dal fantasma egoico che mi perseguita.

8 commenti:

Cosimo ha detto...

Si concordo pienamente con il tuo pensiero.
Anche la filosofia empirica ci dice che la conosceza deriva dall'esperienza.
Scrivere è secondo me portare alla luce la nostra esperienza.

Anonimo ha detto...

ciao. grazie della visita e del commento (http://infinitipensieri.myblog.it)

"Anch'io spero di andare avanti nella tua direzione"

potresti spiegarti meglio per favore?ti spiace se do 1 occhiata al tuo blog?

juliette ha detto...

Concordo. Per raccontare bisogna avere vissuto, e per vivere bisogna lasciare andare qualche pezzetto di sè, di volta in volta, e farsi male, per poi ritrovarsi diversi e cresciuti.

Anonimo ha detto...

Ciao anonimo (M.?) e grazie a te!

E' da ieri sera - senza scherzi - che provo a riscrivere lo stato d'animo che ho cercato di comunicarti l'altro giorno: quando sto per premere il tasto "pubblica" guardo in alto, rileggo e scancello tutto tranne la prima frase.

Niente di misterioso eh, è solo che volevo darti l'idea di una contraddizone. Quei tipi di intuizioni capitano anche a me e non sono mai tranquille. Toccano spesso l'ambiguità della vita lasciandomi sorpreso tra la bellezza e l'orrore. Siccome il tuo post mi sembrava positivo poi, ho detto quel che ho detto.

a presto

Anonimo ha detto...

Ciao juliette...com'è con il tuo silenzio... hai ricominciato a cantare?

Passo da te così mi rispondo da solo,
ciao

Anonimo ha detto...

Interessante quello che scrivi, Giulia

Anonimo ha detto...

Yeah!!! Accendere la macchinaccia e trovare un commento...

...si si, sono soddisfazioni.

Grazie Giulia

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu